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Conflitto femoro-acetabolare

Conflitto femoro-acetabolare (FAI)

Cosa è

Il dolore inguinale o pubico, comunemente noto come pubalgia, è un’affezione frequente tra i giovani atleti. Disturbi muscolari o tendinei, infiammazioni bursali, fratture da stress, patologie articolari dell’anca, ma anche ernie inguinali, patologie ginecologiche o nervose sono tutte possibili cause di dolore in tale regione, la cui diagnosi differenziale riserba al medico non pochi problemi. Una causa più frequente di dolore inguinale nel giovane sportivo e che merita attenzione in quanto passibile di evoluzione ad artrosi dell’anca è il Conflitto Femoro-Acetabolare o Femoro-Acetabular Impingement (FAI).

Cenni anatomici

Fisiologicamente la conformazione sferica della testa femorale e la coppa acetabolare si articolano tra loro senza creare frizioni o disturbi di alcun tipo. Alla base del FAI vi è un’anomala conformazione anatomica a carico di queste due strutture in grado di causare un conflitto (impingment) tra il collo/testa femorale e la rima acetabolare

Forme

Si riconoscono 2 tipi differenti di impingement:
• Tipo CAM (“a camma”) se l’alterazione è a carico del collo femorale che appare ispessito (Bump).
• Tipo PINCER (“a pinza”) se l’impingment è causato da un profilo eccessivamente coprente dell’acetabolo che “pinza” la testa femorale.
Nel 70 % dei casi il conflitto è di tipo MISTO.

Sintomatologia

Tipicamente il FAI si manifesta in individui sportivi tra i 20 e i 40 anni. Diversi sport possono, con movimenti attivi o passivi, slatentizzare o accentuare i disturbi clinici (ciclismo, sport motoristici, balletto, arti marziali, pallanuoto). Nelle persone sedentarie queste deformità possono invece passare inosservate per tutta la vita. Il paziente lamenterà dolore nella regione inguinale, variabilmente irradiato alla natica e alla regione anterolaterale della coscia, che si accentua con l’intrarotazione o la flessione della coscia come nell’atto di accovacciarsi a terra o piegarsi in avanti. Il C-Sign tipico di questo disturbo indica il gesto compiuto dal paziente per localizzare il dolore, ponendo la mano a forma di “C” e abbracciando con le dita la zona inguinale e con il pollice posteriormente la regione glutea. Un test clinico in grado di elicitare la sintomatologia dolorosa del paziente è il F.AD.IR test (Flexion-ADduction-IntraRotation), posizionando l'atleta supino e muovendo passivamente l'atleta in flessione completa dell'anca, adduzione e rotazione interna. La limitazione articolare che ne consegue porta il paziente a rivolgersi al medico.

Quali ulteriori esami confermano la diagnosi di FAI?

La radiografia dell’anca in 2 proiezioni e una Risonanza Magnetica Nucleare con contrasto intrarticolare permettono di inquadrare il tipo di impingement sottostante e l’eventuale presenza di danni secondari. L’attrito può determinare infatti la rottura del labbro acetabolare, a lesioni della cartilagine articolare e condurre con il tempo all’artrosi dell’anca.

Trattamento

Sicuramente una diagnosi precoce è fondamentale per prevenire i suddetti danni evolutivi a carico dell’articolazione. In un primo momento infatti è possibile attuare un atteggiamento conservativo, riducendo l’attività sportiva e attuando un programma mirato di fisioterapia, basato sullo stretching e sul potenziamento muscolare specifico, insieme a una terapia antinfiammatoria concomitante. In caso di persistenza della sintomatologia dopo un congruo trattamento conservativo è indicato optare per un trattamento chirurgico. I passi avanti compiuti negli ultimi anni nel campo dell’artroscopia hanno permesso di ottenere eccellenti risultati in caso di FAI con questa tecnica mininvasiva, che con i suoi ridotti tempi di recupero rappresenta oggi l’opzione preferita dal paziente. L’artroscopia, attraverso piccole incisioni di circa 1 cm prevede l’ingresso nell’articolazione di una telecamera e strumenti miniaturizzati con cui è possibile eseguire il rimodellamento delle superfici osteocartilaginee in eccesso ed eventuali riparazioni o ricostruzioni del labbro acetabolare e per quanto possibile della cartilagine articolare. Il candidato ideale all’intervento in artroscopia è un soggetto giovane di età compresa tra i 20 ed i 40 anni, sportivo con un dolore all'anca di recente insorgenza (mesi) e l'articolazione non ancora compromessa dall'artrosi (distanza minima di 2 mm tra la testa del femore e l'acetabolo alle radiografie). Inoltre è necessario che siano assenti segni di displasia delle anche o alterazioni aggiuntive di rotazione del femore. Qualora invece queste premesse non siano soddisfatte o il soggetto abbia già sviluppato un’artrosi avanzata l’unica strada percorribile è rappresentata dalla sostituzione protesica dell’articolazione.