Dito a martello
E' una deformità caratterizzata dall'iperestensione dell'articolazione metatarso-falangea l'iperflessione dell'articolazione interfalangea prossimale (ifp) e l'iperestensione dell'articolazione interfalangea distale (IFD). La causa più comune è l'uso prolungato di scarpe inappropriate che comprimono le dita. Un'altra causa può essere una malattia neuromuscolare come la malattia di Charcot-Marie-Tooth, la paralisi cerebrale, la mielo displasia e la sclerosi multipla. Il dito a martello è spesso associato all'alluce valgo che, spingendo contro il secondo dito determina l'estensione dell'articolazione metatarsofalangea. Questa deformità si manifesta più frequentemente nel sesso femminile (6:1) e colpisce prevalentemente il secondo dito. In genere è presente una callosita' dolorosa sulla superficie dorsale dell'articolazione interfalangea prossimale associata ad una callosità sulla superficie plantare sotto la testa metetarsale. E' importante valutare la gravità della patologia. Le deformità flessibili sono correggibili passivamente, quando il paziente sta in piedi, mentre le deformità rigide non possono essere corrette. L'esame principale è rappresentato dalle radiografie dei piedi sotto carico nelle proiezioni antero-posteriore, laterale ed obliqua per valutare l'eventuale degenerazione e le anormalità di allineamento articolare. Solo nelle fasi iniziali è indicato il trattamento conservativo che consiste nell'adottare scarpe a pianta larga con tomaia morbida in grado di accogliere la deformità ed evitare l'uso dei tacchi alti. Si possono anche utilizzare dei tutori elastici, che esercitano una pressione plantare sulla falange prossimale. Nelle fasi più avanzate si ricorre al trattamento chirurgico. Nel dito a martello flessibile puo' essere sufficiente la trasposizione del tendine del flessore pro-estensore. Nelle deformità rigide è indicato l'intervento di resezione-artroplastica che consiste nel rimuovere le superfici articolari della falange prossimale e della falange intermedia e nella successiva stabilizzazione con un filo metallico. Nel periodo post-operatorio il carico è concesso immediatamente con una calzatura particolare che consente l'appoggio sul retropiede. I pazienti vengono controllati una volta a settimana per la medicazione della ferita chirurgica ed il rinnovo del bendaggio. La rimozione del filo è indolore ed avviene ambulatorialmente dopo quattro settimane.